Da dove nasce la nostra esperienza?
Il nostro studio sta conducendo una battaglia personale contro alcuni istituti di credito, che negli anni hanno abusato della buona fede dei ns. clienti, ed anche nostra.
Negli ultimi anni, complice anche la crisi, si è assistito ad un innalzamento dell’attenzione dei cittadini, oggi maggiormente informati e mediamente meno ricchi, ai problemi legati al mondo del credito bancario e ai casi di anatocismo ed usura su conti correnti, mutui, finanziamenti, carte revolving, ecc.
Ognuno di noi potrebbe essere infatti, personalmente o con la propria azienda, inconsapevole vittima di usura ed aver diritto al rimborso di migliaia di euro ingiustamente pagati.
Alcuni clienti con la Ns collaborazione hanno avviato la verifica dei conti correnti aziendali e con stupore hanno accertato che le banche che li stavano vessando erano le principali cause del loro dissesto finanziario.
In seguito a tale accertamento si può chiedere la restituzione di tutte le somme illecitamente addebitate,
in alcuni casi le banche che inizialmente sono creditori dei propri clienti a seguito di perizia econometrica risultano addirittura debitore verso di essi.
Immaginate lo stupore di coloro che da una lettera di revoca dei fidi si ritrovano con un saldo attivo per violazione della norma anatocistica oppure per l’usura applicata sugli affidamenti.
La nostra esperienza nasce sul campo basti pensare che uno dei nostri collaboratori ha avviato per una delle sue aziende azioni in sede civile e penale per proteggere se stesso la propria famiglia e il futuro dei propri cari.
Gli istituti forti del loro potere economico credono o credevano di essere intoccabili, ma la magistratura ogni giorno con nuove sentenze fa vacillare la certezza che questi signori hanno nel loro potere.
Vediamo perché e cosa fare per riavere il mal tolto.
La Corte di Cassazione, con una sentenza che risale ad un anno fa e sta cominciando a produrre i suoi effetti (parliamo della n. 350 del gennaio 2013), ha stabilito che, per verificare lo sforamento del tasso soglia usurario da parte delle banche, si deve contare anche il tasso di interesse di mora previsto dal contratto. Uno scossone al mondo bancario, che espone al rischio usura migliaia di contratti con consumatori ed imprese.
Il tasso di mora (cioè il tasso che si applica in caso di ritardi nel pagamento delle rate di un mutuo, ad esempio), secondo la Cassazione va quindi aggiunto, come dato da inserire nel calcolo per verificare la presenza di usura, a tutte le voci di spesa che vengono richieste dalle banche nelle operazioni di finanziamento collegate ai conti correnti (aperture di credito, sbf, mutui, ecc…), come gli interessi composti (anatocismo), gli interessi “uso piazza” (ultralegali), le “valute”, le “commissioni massimo scoperto” (o simili diciture), le spese di istruttoria e di assicurazione (nel caso di mutuo) e ogni altra commissione di svariata natura.
Conseguenza tangibile di questo cambio di rotta è la maggior facilità di incappare, in casi di finanziamento bancario e non (si pensi anche alle finanziarie e alle società di riscossione), nel superamento del tasso soglia usurario, con conseguente possibilità per privati ed imprese di ottenere la restituzione (anche integrale) degli interessi illecitamente pagati sul capitale finanziato.
Basta esporre il proprio caso, allegando se possibile già del materiale da esaminare, e gli esperti del sito vi consiglieranno sull’opportunità o meno di muovere contestazioni alla banca e chiedere la restituzione di quanto indebitamente pagato.